Giardini della Guastalla Milano: un’opera di Paola Lodovica Torelli

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Giardini della Guastalla
Giardini della Guastalla

Se, metaforicamente parlando, nella botte piccola c’è il vino buono, i giardini della Guastalla ne sono la dimostrazione. Rivolti verso via Francesco Sforza, affianco all’Ospedale Maggiore e davanti all’Università Statale di Milano, sono tra i meno estesi in città. Coprono appena 12mila metri quadri di superficie, ma in compenso risultano fra i suoi più antichi.

 

Giardini della Guastalla: l’opera di bene di Paola Lodovica Torelli

L’omonimo collegio della Guastalla nasce secoli fa nel capoluogo lombardo, precisamente nel 1555, a opera di Paola Lodovica Torelli, contessa di Guastalla. Nata nel 1499 e rimasta vedova ad appena 29 anni, traslocò a Milano dopo aver venduto il proprio feudo alla potente famiglia dei Gonzaga. Ella era dapprima una giovane vedova dedita a una vita di vizi ed eccessi. Presto però cambiò totalmente di spirito, scelse di chiudere col passato e voltò totalmente pagina. 

Costituì un monastero, gettandosi anima e corpo nell’educazione di “fanciulle nobili ma decadute”. Senza particolari capacità o mezzi, avrebbero altrimenti imboccato una cattiva strada o sarebbero finite in convento. 

Negli anni Trenta del XVI secolo la contessa cambiò nome e divenne Maria Pia. Si occupò di realizzare la fondazione della Chiesa di San Paolo Converso e del suo convento delle angeliche. La pace durò un breve intervallo, interrotta dalle suore. Si ribellarono in quanto desideravano tornare ad essere normali suore di clausura, evitando i compiti assistenziali richiesti. 

Di conseguenza, grazie pure al contributo di Filippo II, re di Spagna e signore di Milano, vide la luce il Regio Collegio della Guastalla. L’istituto era circondato dal favoloso giardino da cui aveva ereditato il nome. Al giorno d’oggi è aperto e disponibile alla visita del pubblico, merito del Comune che l’ha acquistato e riaperto nel 1939. 

 

Il trasferimento del collegio a Monza

La sede originaria del collegio si trovava presso l’Ospedale Maggiore meneghino in un ampio palazzo con giardino, attuale sede del giudice di pace. La storia andò avanti così lungamente, finché, nel 1937, l’amministrazione comunale assunse la decisione di espropriare il palazzo. E l’istituto venne trasferito a Monza. Quando, il 10 agosto 1939, il parco fu aperto al pubblico, esso era annesso al parco di Palazzo Sormani. 

Il luogo ha fatto da sfondo pure a una videoclip musicale. Difatti, nel 2012 il gruppo Il Pagante fece ricadere la scelta sul Guastalla come location per il loro primo singolo, Entro in pass.  

Spostando l’attenzione sui giardini della Guastalla, è da sottolineare la presenza al loro interno di beni preziosi. Anziché l’originario laghetto, è oggi situata una pregevole vasca peschiera del XVII secolo, in stile barocco. Composta da due terrazzamenti comunicanti mediante scale, delle balaustre in granito bianco arricchiscono la struttura. 

Tra gli altri punti di ritrovo si menziona un’edicola, sempre seicentesca, contenente un tempietto neoclassico del Cagnola e la serie di statue della Maddalena penitente confortata da angeli, in terracotta policroma. Per i bambini è costruita un’area giochi, mentre per i cani sono riservati due piccoli spazi cintati. Collocata invece all’esterno del giardino, all’angolo di via della Commenda e di via San Barnaba, una magnifica fontana barocca. 

 

Giardini della Guastalla: stile “all’italiana”

Il Giardino della Guastalla è stato concepito in linea alle regole del “giardino all’italiana”. In sostanza, è una combinazione di architettura e di verde, volta al compito di combinare, allo stesso tempo, un luogo di piacere e di svago. L’impatto estetico è una priorità ma anche l’armonia delle forme viene studiata, raggiunta con l’ordine e la simmetria di una accurata suddivisione geometrica degli spazi. 

Arbusti, siepi, filari alberati, le già citate sculture vegetali, ottenute mediante l’arte topiaria (arte di tagliare/potare le piante in forme precise), fontane, pozzi d’acqua e statue assolvono tutte a uno scopo più grande. A riapertura avvenuta, nel corso del XX secolo si sono occupati della sua riqualificazione l’ingegnere Gaetano Fassi e l’architetto Renzo Gerla. 

Le specie floreali presenti sono diverse, tra cui spicca una catalpa bignonioides Walt, albero dei sigari dal tronco monumentale e molto contorto. La chioma asimmetrica contribuiva ad un colpo d’occhio davvero particolare. In un certo senso, appare come una scultura vegetale. 

All’ingresso da via Guastalla, ombreggia l’area gioco un gruppo di faggi, “memoria” di un lontano passato. Tra gli altri alberi (tanti di notevoli dimensioni) dei giardini della Guastalla segnaliamo infine: acero, bagolaro, carpino, frassino, ippocastano, liquidambar, magnolia, noce nero, platano, tiglio.