Una comunissima abitudine legata al lavoro da remoto potrebbe causare un netto peggioramento della salute.
Dopo il 2020, anno della pandemia, un gran numero di aziende è ricorsa allo smart working, che permette ai dipendenti di lavorare direttamente da casa. Nonostante la pandemia sia ormai alle spalle, molte persone, tra coloro che ne hanno avuto la possibilità, hanno scelto di continuare a svolgere i il proprio impiego con la stessa modalità.
Una vera e propria rivoluzione per il settore professionale e dunque per gran parte delle persone che fino a poco tempo fa avevano il classico lavoro da ufficio. Nonostante possa rivelarsi a volte solitario, lo smart working vanta numerosi vantaggi: oltre a permettere una maggiore flessibilità, soprattutto in termini di orario, produce meno traffico riducendo di conseguenza l’inquinamento.
Non solo, secondo alcuni studi il lavoro da remoto incrementa anche la produttività tra i lavoratori. Quest’ultimo però ha fatto sì che la propria casa diventasse un vero e proprio ufficio. Addirittura c’è chi decide di lavorare direttamente in camera, anche se così facendo i confini tra lavoro e relax si confondono ancora di più. Ma non è tutto perché questa situazione, per gli esperti, potrebbe causare gravi problemi alla salute.
Un numero crescente di professionisti, qualora venga loro data la possibilità, optano per svolgere la propria attività lavorativa casa, ma non solo. Per ricercare il massimo comfort, sempre più persone decidono di svolgere le proprie mansioni direttamente dalla propria camera e più precisamente, dal proprio letto. Anche se quest’ultimo vanti una comodità invidiabile, lavorarci può comportare una serie di problemi di salute fisica e psicologica.
Innanzitutto, questo può influire sul sonno: se si passa tutto il giorno a lavorare nel letto, può essere più difficile spegnersi e rilassarsi di notte, poiché si associa il letto all’essere vigili e svegli per il lavoro. Quindi con il tempo questa modalità di lavoro può influire negativamente sulla quantità e sulla qualità del sonno.
Quando si trascorrono molte ore al giorno nel proprio letto a lavorare, ovvero su una superficie morbida che incoraggia a distendersi, il collo, la schiena, i fianchi e molto altro ancora si affaticano. A pagarne le spese è la postura e gli eventuali dolori che si possono percepire alla schiena e al collo, contribuendo a problemi come la gobba.
Inoltre, un altro problema può insorgere ai polsi, poiché è difficile mantenere una posizione ergonomicamente corretta a letto a causa della morbidezza delle lenzuola e del materasso. Quindi, per coloro che desiderano lavorare occasionalmente dal proprio letto, gli esperti consigliano innanzitutto di staccarsi dal lavoro quando si stacca la spina, magari prendendo in considerazione l’uso di una scrivania che possa essere chiusa o schermata. Una delle chiavi del buon sonno è il modo in cui pensiamo, quindi, una volta finito di lavorare, mettete via tutto per evitare di innescare pensieri legati al lavoro, che possono influenzare il raggiungimento o il mantenimento del sonno.
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